Per ricchezza di informazioni, fotografie originali, filmati in bianco e nero...e racconti in prima persona della storia della Targa Florio da parte di persone che l'hanno vissuta, vi invito a visitare un tesoro di informazioni creato dal mio amico siciliano Sig. Salvatore Careri:
Finalmente arrivò il momento di crescere, stanco di passare la maggior parte delle mie giornate all'interno di quelle fantastiche mura ad osservare i discendenti del Rinascimento Italiano applicare il loro talento nella costruzione delle vetture da corsa più performanti del Ventesimo Secolo.
Capisco che tutto ciò suoni roboante ai mieli lettori, ma io non vedevo l'ora di viaggiare e di fare nuove esperienze.
Nella mia mente mi immaginavo questi stessi uomini lavorare sotto la direzione di un DaVinci o di un Brunelleschi e realizzare opere di risonanza mondiale. Mentre trascorrevo giornate in centro a Milano, al Balocco per prove di auto o camminando per le vie del paese, venni a sapere che c'erano in programmi numerose ed importanti gare, così, un giorno, chiesi all'Ing. Chiti se potessi parteciparvi.
Il giorno dopo Chiti pianificò per me un viaggio a Firenze, per la settimana successiva, a prendere una Giulia Berlina da portare in Sicilia dove avrei raggiunto la Squadra Autodelta. L'auto mi veniva prestata da un amico di vecchia data dell'Ing. Chiti, un uomo di nome Baldassarini, credo, che aveva avuto una partnership con Autodelta e che ora era proprietario di un Autosalone Alfa Romeo a sud di Firenze.
Il giorno stabilito, dopo essere passato dalla Weber s.p.a. a Bologna per ritirare alcuni pezzi, guidando uno spider giallo di servizio (telaio n. 0001...il primo prototipo di spider seconda serie, Coda Tronca) arrivai finalmente a Firenze in tempo per vedere la mia Giulia mentre veniva lavata ed asciugata.
Con le chiavi dell'auto in mano ed un pacco di buoni benzina iniziai la mia corsa nonstop di 12 ore, a media ed alta velocità, lungo la catena degli Appennini sino all'estremo sud dell'Italia, percorrendo alcune strade della favolosa 1000Miglia.All'alba del giorno dopo, nei pressi di Reggio Calabria, sentendo sonno, cercai un posto tranquillo per dormire, vicino al molo di imbarco dei traghetti per la Sicilia.
Dopo un altro riposo nella pittoresca Cefalù, un bellissimo paese sulla costa nord con il più bel mare azzurro del Mediterraneo, arrivai finalmente nel paese di Cerda dove continua la nostra storia della Targa Florio...
Questa é l'Alfa che mi ha affascinato di più, un 1600 cc con Weber 45mm.
Più la guidavo da Firenze a Reggio Calabria, a Cerda e poi indietro a Firenze sulle strade dell'Appennino e più mi convincevo che la berlina serie 105 era (ed é ancora oggi) la migliore e più maneggevole Alfa Romeo della metà del 20° secolo.....con la sola eccezione della nuova Alfa Romeo 4c in "Dynamic mode".
Positano.
The Amalfi Drive Amalfi.
Sul traghetto, che attraverso lo stretto, porta da Reggio Calabria a Messina, in Sicilia.
Benvenuti in Sicilia, isola arida ma ricca di storia.
Ecco un'anteprima di ciò che leggerete; oggi abbiamo il privilegio di presentarvi un videoclip dal lungometraggio
Questa porzione di video viene fornita ad Autodelta Golden Years.com con l'espressa autorizzazione scritta e la cortesia personale del proprietario e produttore cinematografico Michael Keyser di The Speed Merchants.
Siamo lieti di potervi presentare Vic Elford, pilota dell'Alfa Romeo T-33/3, mentre racconta della Targa Florio e vi porta in giro in una parte del circuito, come era nel 1972.
Se siete interessati all'intera stagione 1972 del Campionato Mondiale Costruttori in DVD, raccontato e commentato (in inglese ed in italiano) da alcuni dei più famosi corridori di endurance della “Stagione d'oro”, inclusi Mario Andretti e Dr.Helmut Marko, potrete ottenerne una copia a questo indirizzo:
I 72 chilometri del circuito rimanevano aperti al traffico normale durante tutti i giorni della settimana precedente la gara, ad esclusione della domenica, giorno di gara... perciò i piloti, durante le prove, dovevano stare molto attenti e guidare con attenzione su tutto il percorso che si snodava su strade di montagna.
In questa foto, il contadino, il suo asino ed i suoi cani, ai piloti appaiono all'improvviso per colpa del circuito tortuoso con curve cieche e tornanti.
Come dicevo, bisognava stare molto attenti guidando sulle strade della Targa Florio durante la settimana precedente la gara.
Come in questo caso di un incrocio improvviso con una Ferrari P312 apparsa dal nulla! Macchina fotografica in una mano e sterzata brusca a destra con il volante nell'altra mano.
Si può osservare l'entusiasmo degli appassionati spettatori nel sostenere il loro pilota favorito, come nel caso di "W de Adamich" o di "W Nino" (Vaccarella) scritti sui pannelli o sulle strade del percorso.
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Lo stesso entusiasmo ancora oggi lo si trovava sulle strade della 1000 Miglia da Brescia a Roma e ritorno.
Il circuito di 72 chilometri aveva un basso guardrail e segnaletica molto carente; inoltre bisognava stare molto attenti ai contadini ed ai loro animali durante la settimana di prove.
l'avvicinamento alla linea di partenza/arrivo, alla corsia dei box ed alla storica Tribuna
La linea di partenza e del traguardo...con la corsia dei box a sinistra.
Il paese di Cerda, Sicilia, centro logistico delle attività di Autodelta.
Ecco i miei appunti effettivi come scritti durante la settimana del 15 maggio 1972:
“Arrivato lunedì 15 maggio a Cerda prima della gara, ho infilato la mia attrezzatura da viaggio in una stanza d'albergo (Hotel Aurim) pagata dall'Autodelta e sono andato a letto presto. Martedì ho iniziato a fare i lavoretti che avevo fatto prima a Sebring... fare commissioni, spazzare i pavimenti del garage, pulire e lucidare le auto, ecc.
“Questo lavoro è continuato fino a sabato sera (la corsa è iniziata il giorno successivo). Per tutto questo tempo ho mangiato tre pasti con tutti gli altri, ho lavorato sodo e mi sono divertito con tutti.
“Di tanto in tanto qualcuno interrompeva il mio lavoro per dirmi quanto stavo facendo bene e per dirmi quanto lo apprezzava. Queste persone andavano dal Direttore Generale-Ing. Carlo Chiti e il suo staff di ingegneri…fino ai meccanici stessi. Autodelta ritiene che il mio lavoro liberi i loro meccanici per svolgere lavori più importanti. Mi sono sentito davvero gratificato di ricevere i riconoscimenti dei miei amici e della direzione del team!
"Non c'era abbastanza tempo giorno e notte per fare tutto il possibile per preparare e riparare le auto per le attività dei giorni successivi.
"Il cibo è OK... come sempre servito almeno ½ ora dopo che ci è stato detto che sarebbe stato pronto e il servizio in generale era scadente. A quanto pare, il personale dell'hotel è piccolo per risparmiare denaro. L'Autodelta viene sempre in questo hotel perché dispone di un ampio garage che viene utilizzato come quartier generale della squadra.
“Tutti sono davvero pazzi per i ritardi del servizio di ristorazione, anche gli spaghetti sono in ritardo di mezz'ora poiché i meccanici erano soliti cucinare i propri spaghetti al dente in 8 minuti nei garage di Daytona e Sebring. L'hotel stesso è basso nella scala dell'attrattiva e della pulizia, ma è considerato un bell'hotel in Sicilia. Il pavimento della cucina era sempre disseminato di cibo, le stanze dietro la cucina erano usate come una grande area di raccolta dei rifiuti. Tutte le finestre sembrano essere state pulite l'ultima volta nel 1950 e le stanze e i corridoi devono essere tinteggiati.
“La gara stessa si corre su un percorso di 44 miglia su e giù, sopra e attraverso le montagne. Queste sono strade pubbliche e durante le prove le auto da corsa devono fare molta attenzione a non urtare auto trainate da cavalli, automobiline, cani, bambini e mucche.
"Circa otto città sono divise in due dal percorso che ha un tratto rettilineo dell'Autostrada di circa 4 miglia. Ho percorso il percorso due volte, una volta a velocità. Tra i box e il nostro hotel c'erano circa sei miglia di strade tortuose che ho guidato frequentemente. Guidando l'intero corso mi richiede circa 1,5 ore quindi non l'ho fatto molto spesso.
“Ho trascorso il giorno della gara in un posto di blocco solitario in montagna con benzina extra, pneumatici, acqua e ricambi vari nel caso in cui una delle nostre auto avesse avuto difficoltà. Ogni macchina fa undici giri se finisce la gara, quindi non ho visto molto.
“Dopo la gara del giorno della partenza mi sono stati forniti 60 galloni di benzina gratis che mi sono stati dati dall'Autodelta in sei grandi contenitori di plastica... più un pieno di carburante nella mia Giulia. A quel punto sono partito direttamente per la Roma dopo aver vissuto l'esperienza agonistica di una vita.!”
Un tipico paese della Sicilia contadina; questa era la strada principale di Cerda.
Sede della Autodelta per partecipare alla Targa Florio. Un Motel costruito sulfianco di una bassa collina; dietro all'edificio si trovava un'area ricovero perle auto della squadra. Una discreta privacy e buon vitto.
Il garage del Motel Aurim disponeva di notevole spazio per il grande camion officina dell'Autodelta e per l'autobus del personale.
A causa delle poche gomme da pioggia fornite da Goodyear, per affrontare le condizioni di meteo molto variabili in Sicilia in quella stagione, Autodelta fu costretta a modificare il profilo di molte gomme in magazzino con scanalature da pioggia, impiegando due meccanici per un giorno intero.
I due uomini riuscirono a preparare un treno completo per ciascuna auto in gara. In realtà questi pneumatici non furono utilizzati durante la gara, ma erano disponibili come ricambi lungo il circuito nei punti di assistenza.
Nella foto, sullo sfondo, si nota una delle tante GTA utilizzate dai piloti Autodelta come muletti per familiarizzarsi con i 72 chilometri del circuito
"Uno dei momenti più neri di Carlo Chiti: la Targa Florio del 1972."
Nonostante le scarse possibilità rimaste, nell'ultimo giro di 72 chilometri dei 792 chilometri
Con un ritardo di più di due minuti, lottò coraggiosamente, lanciando la sua agile T33 da una parte all'altra del nastro di asfalto, come una pietra lanciata sulla superficie di un lago, ma recuperò solo 17 secondi lasciando la vittoria alla Ferrari 312P di Sandro Munari in quello che fu uno degli episodi più emozionanti nella storia delle corse dell' Alfa Romeo.
Appostato lungo il percorso di gara, per vedere il passaggio dei piloti, i 10 secondi trascorsi ad osservare il passaggio di Marko, per me sono stati gli istanti più adrenalinici e coinvolgenti della mia vita.
Autodelta concentrò su questa gara tutto il suo sforzo possibile per vincere, coinvolgendo l'intero peso e prestigio della Casa di Arese.
La squadra occupò l'intero garage dell' Hotel Aurim in Cerda. Sopra si può osservare il piota collaudatore Teodoro Zeccoli in piedi a sinistra; Roberto Banfi, il mago delle trasmissioni e del differenziale, a destra; sullo sfondo una GTA utilizzata nelle prove. Le auto di prova erano utilizzate dai piloti per fare conoscenza con i 72 chilometri del percorso che si snodava lungo lo stupendo panorama della campagna siciliana.
Come componente sullo scalino più basso della piramide di Autodelta, il mio compito era quello di tenere le auto luccicanti e senza un granello di polvere durante tutta la stagione agonistica, in modo che la storia potesse mostrare ogni auto della Squadra Autodelta sempre nella sua forma migliore osservandole nelle fotografie.
In quella corsa il mio compito era di posizionarmi, sulle montagne, lungo il tracciato di gara con ruote anteriori e posteriori di ricambio, carburante, attrezzi, liquido di raffreddamento ed un grande pannello Alfa Romeo, per segnalare un punto di assistenza ai piloti in gara.
Carrozzerie splendenti, giusto?
Andrea de Adamich con Roberto Banfi lo specialista di trasmissioni e differenziali: notare la ruota di scorta a sinistra di Andrea, per un cambio veloce, in caso di necessità, da parte del pilota lungo il percorso.
Rolf Stommelen alla guida di un "muletto" a tutta velocità...utilizzato per provare il percorso in modo da non utilizzare una delle auto preparate per la gara.
Questa fotografia é la mia favorita di tutta l'esperienza maturata in Autodelta in quanto immagine di un istante che ti lascia senza fiato.
Questa immagine rappresenta la pura essenza della Targa Florio dove …. l'urlo di una T-33/3 V8 si poteva udire in mezzo alle montagne prima che ti apparisse di fronte, all'improvviso....tagliando come una lama Cerda, questo tranquillo paese siciliano, con un rombo tremendo.
"Ed in pochi attimi scompare con un misto di tuono assordante da jet militare, stridio di gomme ed una striscia rossa come lasciata da un fulmine saettante."
Discussione e Commento di Esperti
Vorrei integrare la mia descrizione di questa Targa davvero storica del 1972 con l'eccellente resoconto dello Michelangelo Teresi che ha generosamente accettato di condividere le sue impressioni personali e un'analisi attenta della battaglia tra i piloti del team Ferrari e Autodelta:
Lo straordinario storico degli sport motoristici Sig. Michelangelo Teresi riferisce:
"La Targa Florio: una gara che già nel 1972 stava andando verso la sua fine naturale. Ideata nel 1906 da Don Vincenzo Florio, sulle polverose strade siciliane, era diventata anacronistica con le vetture moderne, studiate per circuiti veloci, asfalti lisci, con tanta potenza che metteva a rischio la appassionata folla siciliana che da sempre accorreva ai bordi delle strade per vedere il più grande evento motoristico dell’anno.
"Il 1972 è stato l’anno della Ferrari, la 312P era una barchetta realizzata attorno al potente 12 cilindri boxer ideato da Mauro Forghieri. Poco adatta alle strade piene di buche, ma una vittoria in terra siciliana avrebbe fatto il giro del mondo e avrebbe dato una garanzia quasi matematica per la conquista dell’ultimo titolo Mondiale Marche nella storia di Maranello.
"La 312P aveva già dominato tutte le sei corse precedenti. Nella squadra Ferrari c’era il meglio dei piloti mondiali del momento: Andretti, Ickx, Regazzoni, Peterson, ma la spedizione alla Targa venne gestita con una serie di novità.
"La Ferrari portò in Sicilia solo una vettura e il team venne coordinato da Cesare Fiorio mentre come piloti vennero scelti Arturo Merzario e Sandro Munari. Quindi il miglior direttore sportivo, il maestro dei circuiti stradali dove il pilota conta ancora molto ed il miglior rallysta in circolazione.
"Quindi passerella Ferrari? Tutti se lo aspettano, ma nulla era scontato soprattutto se nell’elenco dei partenti c’era un poker di altre vetture rosse. Venivano da Milano, per l’esattezza da Settimo Milanese, dove aveva sede l’Autodelta dell'ingegnere Carlo Chiti. Alfa Romeo 33TT3, motore 8 cilindri a V di tre litri, barchetta corta e maneggevole ed otto piloti agguerriti: Andrea De Adamich, Toine Hezemans, Rolf Stommelen, Nino Vaccarella, l'idolo dei siciliani, Vic Elford, altro grande esperto della Targa e vincitore del Rally di Montecarlo, Gijs Van Lennep, vincitore di Le Mans, ed infine due giovani e motivati piloti, il toscano Nanni Galli e l’austriaco Helmut Marko.
"La mattina del 21 maggio fu il giorno teatro della sfida, una sola Ferrari contro quattro Alfa Romeo con Vic Elford che parte a razzo con la 33TT3, ma rompe subito la coppa dell’olio al primo giro e la prima Alfa è fuori. Arturo Merzario infila subito l’Alfa di De Adamich ed a Cerda si presenta per primo, seguito dal preside volante Nino Vaccarella. Il mezzo milione di spettatori assiepato lungo i 72 km del percorso è in visibilio, ma al terzo giro sale Stommelen e si ferma subito con il V8 a pezzi, anche per la seconda Alfa è la fine. Ma dietro alla Ferrari c’è la terza vettura dell’Autodelta.
"Nanni Galli ha guidato veloce la sua Alfa numero 5, risparmiando il mezzo, ma soprattutto senza mai rischiare e cede il volante ad Helmut Marko.
"Per il 29enne austriaco e futuro scopritore di talenti, come Vettel e Ricciardo è il debutto sulle Madonie anche se nel suo curriculum figura il record sulla distanza e la vittoria a Le Mans con la potente 917. Intanto Sandro Munari sostituisce Arturo Merzario sulla 312P, ma l’asso dei rally è digiuno di vetture prototipo, ha provato poco la 312P e condurre una vettura di oltre 400 cv sulle strade tortuose non è proprio il massimo per uno che deve vincere al debutto e come un falco Helmuth Marko fiuta la sua preda.
"L’austriaco parte all’inseguimento ad ogni curva la sua 33TT3 guadagna metri sulla Ferrari ed all’altezza del bivio di Polizzi infila il rallyman italiano. L’Alfa è prima, e ci rimane per il 4° e 5° giro degli 11 previsti. Ai box Arturo Merzario è pronto, non vede l’ora di riprendere in mano il volante.
"Le due vetture si devono fermare ai box per il rifornimento ed il cambio pilota. Dopo 24 secondi riparte il fantino, mentre ci vogliono 40 secondi per far ripartire Nanni Galli, ma Merzario deve recuperate ancora un minuto e mezzo perso da Munari. Si getta a testa bassa sui 72 km delle Madonie alla caccia di Nanni Galli. Gira sotto i 35 minuti cercando una disperata rimonta, mentre Nanni Galli guida sempre molto attento, il vantaggio è sostanzioso sulla Ferrari, l’importante è non sbagliare, l’importante è arrivare primi sotto la bandiera a scacchi e tutto sembra volgere in favore dell’Alfa.
"Ma all’8°giro, allo scadere del suo turno arriva la sorpresa: a Collesano, si accende la spia della riserva. Il toscano pensa ad un contatto, ma poco dopo, scendendo verso Campofelice la spia diventa rosso fisso: manca benzina, difficile arrivare fino ai box, sono ancora troppo lontani. L’errore era stato fatto proprio nel rifornimento, con la vettura inclinata su un lato ed il serbatoio che non era stato riempito del tutto.
"A Campofelice, Nanni Galli riesce a fare un rabbocco d’emergenza, ma intanto Merzario è un fulmine e passa al comando. Ultimo stint, poche chance per l’Alfa con la situazione ribaltata. Riparte la Ferrari con Munari, riparte anche Marko, ma con un minuto e mezzo di distacco dalla Ferrari e tre giri da compiere. Munari fa solo un giro, ormai riesce a viaggiare con tempi interessanti, poi passa la vettura a Merzario che deve arginare lo scatenato austriaco in una giornata di grazia particolare.
"Ultimo passaggio, il comasco è in testa con un vantaggio di 42 secondi, deve solo portare a termine il giro, senza incidenti e senza farsi sorpassare. L’austriaco invece non ha nulla da perdere, a Caltavuturo il distacco è di 32”, a Bivio Polizzi a 28”, ed a Collesano sono solo 20” che dividono le due rosse.
"A Campofelice il distacco scende a 18” e ma Merzario riesce a mantenere il vantaggio sull’Alfa Romeo e passa vittorioso sotto la bandiera a scacchi finendo la corsa alla media di 122,537 Km/ora di media, la più alta di sempre.
"Ad Helmut Marko, secondo, va il record sul giro in 33’41”, la vittoria morale ed il ricordo di quella favolosa mancata rimonta.
"Ed è proprio il pilota di Civenna che ricorda quella vittoria, l’ultima della rossa sulle strade Madonite:
"Merzario ha ricordato:
“Quell’anno si correva con le 312P, il nuovo prototipo di tre litri progettato da Forghieri, gran macchina, ma alla Targa Florio venne iscritta solo una vettura per me e Sandro Munari. A capo della spedizione venne messo Cesare Fiorio, quasi per dargli un contentino dopo le vittorie nei Rallyes.
"Tra Fiorio ed Enzo Ferrari non correva buon sangue. Fiorio, era il figlioccio dell’avvocato Agnelli, ma Enzo Ferrari gli sbarrò sempre la strada verso Maranello. “Fino a quando ci sono io quello lì, qui dentro, non ci mette piede!” sono queste le parole del Drake a riguardo del direttore sportivo della Lancia, ma quella volta, solo quella, dovette cedere alle pressioni dell’avvocato.
"A Sandro Munari, campione dei rallyes venne dato il contentino di correre anche con la Ferrari, proprio alla Targa Florio dove il tracciato era stradale, in molti tratti simile ad una speciale da rallyes.
"Arrivò senza avere fatto molti test, ed io subito fui subito chiaro “sono qui per vincere, guai a te se mi rovini la macchina, vai piano e non fare cavolate!”. Munari veniva dai rallyes con prove speciali dove correvi solo contro il tempo, alla Targa si correva in mezzo a tante altre macchine spesso più lente. La lunghezza della gara era stata portata ad oltre 800 km, ad un solo pilota non era concesso di fare oltre un certo tempo alla guida che sul tracciato siciliano corrispondeva ad oltre 700 km.
"Così presi io il via, andai subito in testa, e dopo quattro giri lasciai a Munari la Ferrari solo per un giro, poi ripresi io la macchina e, dopo altre quattro tornate, quando avevo accumulato un vantaggio consistente gliela lasciai di nuovo, in modo che potesse fare il suo secondo e conclusivo turno, sempre di un solo giro, andando piano senza rischiare.
"Sandro Munari rispettò gli accordi presi, ambedue le volte guidò in modo accorto, piano, senza rischiare la macchina ed il risultato.
"Salimmo sul podio da vincitori, con il caloroso pubblico siciliano che impazziva per la vittoria della Ferrari.”
Fotos courtesia website www.AutodeltaItalia.com.
Aggiungo infine tre fotografie (gentilmente fornite da Autodelta Italia) in quanto durante la corsa l'Ing. Chiti mi mandò sulla montagna, lungo la strada del circuito, con pneumatici, canestri di benzina, liquido di raffreddamento ed attrezzi vari e con un grande cartellone con il logo Alfa Romeo e la scritta "Servizio Autorizzato" per dare assistenza ai nostri piloti.
Per questo motivo non vidi la corsa dall'area della partenza dove potevi vivere l'emozione della gara.
Non ho mai usato una telecamera né ho mai visto la gara dal punto di vista dell'area dei box, dove si sono verificate alcune delle più grandi azioni ultra sensibili al tempo.
Ad ogni modo non cambierei mai l'emozione di quei 10 secondi in cui, dalla mia postazione lungo il percorso di gara, ho visto Dr. Helmut Marko letteralmente volare sulla strada, trasformando la sua 33TT3 in un "Disco Volante".
Quei dieci secondi diventarono il mio più grande ricordo di un avvenimento sportivo della mia vita.
E non dimenticherò mai la sua incredibile cavalcata nei 72 chilometri dell'ultimo giro della Targa Florio 1972.
.Malgrado la fantastica guida di Dr. Marko, Autodelta avrebbe perso la gara per appena 16.9 secondi...la più drammatica e mozzafiato Targa Florio della storia di Alfa Romeo ed Autodelta.
Fotos courtesy of Autodelta Italia website www.AutodeltaItalia.com.
Courtesy of Autodelta Italia website www.AutodeltaItalia.com.
Lasciate che vi lasci con uno dei miei ricordi più cari...la vista di un bellissimo villaggio siciliano in una perfetta domenica pomeriggio che fa da sfondo idilliaco ad Andrea de Adamich e alla sua storica Alfa Romeo T33/3.
L'ultima parola spetta all'illustre storico degli sport motoristici Salvatore Careri:
"Nel 1972 Munari, dopo avere provato la belva a Fiorano, si presentò al volante della 312 sulle tortuose strade delle Madonie , il suo unico vantaggio era quello di conoscere benissimo il tracciato , ma la differenza di cavalleria per lui era notevole. '
"Si ritrovò come compagno il pilota che interpretava la 312 in maniera divina, come nessun altro pilota. Nessun paragone reggerebbe. Per me, oltre che girare in tempi buoni, ebbe cura di riportare sempre sana la vettura ai box.
"Credo che quella Targa sarebbe stata vinta in maniera più comoda se il fantino non avesse avuto problemi di salute che gli impedirono di rendere al meglio , la vera sorpresa fu Helmut Marko che decise di andare come un fulmine , sulla carta Merzario doveva essere più veloce di Marko e Sandro doveva difendersi da Nanni Galli.
"I due ferraristi per me non erano i favoriti, probabilmente la coppia meglio assortita era quella formata da: Vaccarella-Stommelen , seguita dalla coppia Elford-Van Lennep, ma alla fine vinsero meritatamente quella Targa, perchè chi vince ha sempre ragione".
Courtesy of Salvatore Careri
Questi sono i tempi sul giro effettivi riportati dagli ufficiali di gara forniti qui per confrontare la differenza di tempo tra i quattro piloti e la vicinanza della concorrenza.
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